“Fare rete, fare sistema”, sono queste le parole d’ordine più ricorrenti, che sono state pronunciate nell’incontro pubblico che si è svolto ieri a Roma presso il Centro congressi Angelicum promosso dai Patronati del raggruppamento Ce.Pa. (Acli, Inas, Inca e Ital) con l’intento di disegnare le strategie future per il Patronato del Futuro. Altrettanto ricorrente è stata l’esigenza di realizzare con gli Enti previdenziali e il Ministero del lavoro un “effettivo partenariato, fondato sulla qualità, la professionalità e la continuità territoriale in Italia e all’estero”, espressa nel suo intervento dal presidente dell’Inca, Michele Pagliaro, che ha elencato le problematiche ancora aperte nel confronto con Inps, Inail e Ministero del lavoro.
Tratto distintivo della discussione è il bilancio dell’attività di tutela individuale svolta negli ultimi due anni di pandemia; periodo nel quale i Patronati del Ce.Pa. hanno rappresentato un presidio di prossimità formidabile riuscendo ad evadere milioni di pratiche previdenziali e socioassistenziali, in favore delle cittadine e dei cittadini. Un riconoscimento che è stato sottolineato dagli stessi direttori di Inps e Inail.
“Bisogna fare rete”, ha spiegato Vincenzo Caridi, direttore generale di Inps. “E’ la formula che l’Istituto intende applicare per ottimizzare i rapporti con i patronati. Significa che il prossimo protocollo di intesa da definire abbia questo obiettivo strategico, perché i servizi che noi eroghiamo devono essere sempre più vicini al cittadino. E senza i Patronati non riusciremo a realizzarlo”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso il direttore di Inail, Andrea Tardiola, sottolineando come i cambiamenti sulla sicurezza nei posti di lavoro richiedono che l'aggiornamento delle relazioni Inail-patronati debba essere alimentato dalla verifica di questioni puntuali".
“Fare rete, fare sistema” significa soprattutto affrontare il tema della digitalizzazione che non deve tradursi in un arretramento dei diritti esigibili per il cittadino, né in una ulteriore burocratizzazione delle procedure per i Patronati, che dopo aver ottenuto per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, in deroga alle norme vigenti, l’acquisizione del mandato di patrocinio telematico, chiedono ora di renderlo strutturale. “Come Ce.Pa – ha chiarito Pagliaro - auspichiamo un sistema applicativo capace di snellire e accelerare le procedure di controllo dell’attività dichiarata dai patronati, in Italia e all’estero; un sistema in grado di ridurre i tempi dell’attività ispettiva, magari, attraverso l’incrocio dei dati certificati direttamente dagli enti erogatori delle prestazioni (Insp, Inail, Casse, ecc.); un sistema capace di coniugare l’innovazione, penso ad esempio alla FEA (ovvero, la “firma elettronica avanzata”) e a tutte le possibilità di de-materializzazione del mandato di patrocinio e del relativo fascicolo.
Altrettanto incisivo è stato l’intervento del senatore Tommaso Nannicini, a cui i Patronati del Ce.Pa. hanno riconosciuto una sensibilità importante rispetto al tema della valorizzazione di questi istituti. Secondo il presidente della Commissione parlamentare di controllo degli enti previdenziali, "la politica deve offrire ai patronati un patto forte che si fonda sul rispetto, sul riconoscimento e sulla relazione. "Se tutte le pratiche - spiega - sono digitalizzate non si capisce perché i controlli siano ancora cartacei, quando gli ispettori è meglio che facciano controlli per contrastare ad esempio il caporalato”.
“Bisogna dare certezza al Fondo dei patronati – ha precisato -, ripensandone le regole legandolo non solo agli elementi previdenziali ma anche a quelli assistenziali, ma c'è da integrare l'attività dei patronati nella predisposizione degli applicativi, nell'erogazione dei servizi nella nuova Pa digitale, avere momenti di formazione che facciano crescere la qualità dei servizi erogati dai patronati in rapporto stretto con gli enti gestori".
"Dobbiamo premere l'acceleratore - avverte - sulla digitalizzazione dei servizi riprendendo anche in mano il decreto qualità. Si può scrivere un nuovo patto con regole sulla governance complessiva del nostro stato sociale dove sia valorizzato il ruolo di tutti, a partire dalla funzione sociale dei patronati perché sia chiaro chi deve fare cosa e quale sia la cosa che si deve fare anche in termini di scambio ed operatività delle banche dati; cosicché nessuno sia lasciato da solo nella fatica del cambiamento". Anche per Angelo Fabio Marano, direttore per le politiche previdenziali e assicurative del Ministero del lavoro, "le priorità per il sistema dei Patronati sono l'informatizzazione e i controlli affinché siano svolti in automatico. L'attuale meccanismo è pensato in termini cartacei e quindi bisogna intervenire.
Lisa Bartoli